mercoledì 9 maggio 2012

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Spending review

Spending Review: il Governo prova a rivedere la spesa pubblica. Pubblicate in Gazzetta Ufficiale, lo scorso 30 aprile, le nuove norme in materia di spending review attraverso le quali il Governo intende procedere, tra luglio e dicembre di questo anno, a rivedere la spesa pubblica al ribasso per una cifra in Euro poco superiore ai quattro miliardi. Questi, i risparmi di spesa che il nuovo super commissario, l’aretino Enrico Bondi, dovrà scovare, in tempi ristretti, tra le “sacche” di inefficienza nella gestione del pubblico denaro. Se non dovesse riuscirci, il Governo porta comunque in “dote”, in alternativa , un ritocco - l’ennesimo - verso l’alto dell’imposta sui consumi. In sostanza , i risparmi di spesa che il “super tecnico nominato dai tecnici” dovrà nell’immediato affrontare, serviranno esclusivamente per evitare alle famiglie e ai consumatori di subire un ulteriore aumento dell’IVA; questa volta però al ventitré per cento di aliquota!. Andando nel dettaglio del decreto si legge che “il mandato del super commissario - più i due sub commissari, Giuliano Amato e l'editorialista del Corriere Giavazzi - è a termine”. Concludendosi a maggio del prossimo anno. E che in questo arco di tempo i super consulenti dovranno individuare un piano di revisione ragionevole della spesa affrontando di petto alcune anomalie del nostro sistema e, in particolare, dovranno individuare - in detto termine - attraverso “un’attenta analisi dei costi intermedi, i livelli di spesa ottimale per l’acquisto di beni e servizi delle pubbliche amministrazioni.” Con l’ulteriore compito di supervisionare e coordinare l’attività di approvvigionamento di taluni beni e servizi delle Pubbliche Amministrazione centrali e periferiche, fatta eccezione per le spese della Presidenza delle Repubblica, il Senato e la Camera dei Deputati e la Corte Costituzionale che manterranno invariata la propria autonomia di spesa. Fra i poteri che il decreto dà al team di commissari, c’è anche il diritto di “ corrispondere con tutte le pubbliche amministrazioni e con gli enti di diritto pubblico e di chiedere ad essi, oltre a notizie ed informazioni, la collaborazione necessaria per l’adempimento delle loro funzioni” ma al contempo rispettando la sussidiarietà fra livelli gestionali. E con un specifica indipendenza e autonomia nelle scelte, anche nei confronti del Parlamento, per renderli a tal riguardo praticamente immuni da indebiti condizionamenti esterni. Per questo “bel po' di lavoro” i commissari percepiranno un’indennità complessiva pari a Euro duecento trentatré mila euro per un solo anno di attività: questo è quanto in definitiva costerà al contribuente la super consulenza dei tre commissari. Ma il Governo, nel proprio sito istituzionale, non si è limitato a indicare i tagli da effettuare al trentuno di dicembre dell'anno in corso ma ha anche individuato il percorso guida, fatto di criteri e analisi comparative dei costi nella gestione delle pubbliche amministrazioni, a cui i commissari dovranno attenersi nel loro piano di revisione della spesa nel medio e lungo periodo. Dai dati pubblicati sul sito internet del Governo emerge a chiare lettere che nel passato ventennio la spesa - e con esso il differenziale di spesa storica delle varie branchie della P.A - è aumentato più che rapidamente rispetto al costo dei beni e dei servizi stessi; con un aggravio per il contribuente di maggiori tributi per circa settanta miliardi di euro. La maggiorparte dei quali arrivano da una gestione poco oculata della sanità che nell’ultimo ventennio è aumentata del trentasette per cento circa e, parimenti, le spese per l’istruzione sono aumentate nello stesso periodo del diciassette per cento. E allo stesso tempo senza che il cittadino-contribuente e fruitore abbia visto di pari passo un corrispondente aumento dell’utilità nel servizio stesso. Infatti, a corollario dell’analisi della spesa complessiva offerta dal Governo, emerge che meno della metà della spesa pubblica sul reddito nazionale complessivo si traduce poi in servizi e sussidi per il cittadino; l’altra parte invece se ne va per pagare il costo del servizio stesso. Da segnalare, poi, in positivo la scelta del Governo di far partecipe il cittadino nell’indicazione delle spese da tagliare attraverso un'apposita sezione del sito web di Palazzo Chigi per poter esprime la propria di idea di revisione della spesa. A poche ore dal lancio del modulo “esprimi la tua opinione”sono arrivate al terminale del Governo quasi centomila segnalazioni di cittadini sul come affrontare la spending review agevolando non di poco i tecnici nel affrontare il lavoro di analisi, razionalizzazione e revisione della spesa pubblica. Sempre per decreto poi, il governo ha voluto fin da subito dare un taglio sostanziale alle spese per convegni e rappresentanza, come anche porre le basi per un ridimensionamento delle Strutture dirigenziali esistenti attraverso – si legge nel decreto - l'accorpamento di sedi di enti società pubbliche. Altra novità, infine, riguarda gli immobili di proprietà pubblica che eccedono i fabbisogni delle Amministrazioni che dovranno essere restituiti all'Agenzia del Demanio; sempre a tal fine poi le amministrazioni dovranno porre in essere una ricognizione degli immobili in uso e fin dove è possibile cercare di comprimere le spese per fitti passivi.

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