giovedì 12 aprile 2012

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L’Imposta Municipale Propria.

L’Imposta Municipale Propria così si chiama la “ nuova tassa” introdotta lo scorso dicembre dal Governo Monti, è nata in via sperimentale come Imposta Municipale Unica con l’obiettivo ambizioso e riformatore di semplificare in un’unica soluzione l’imposta sul reddito delle persone fisiche, le relative addizionali dovute in relazione ai redditi fondiari sui beni non locati e la vecchia imposta comunale sugli immobili ( ICI). Nel marzo dello scorso anno, il Governo Berlusconi nel quadro di un più ampio disegno di riforma in senso federalista decise di stabilirne l’introduzione, nella sua versione “ definitiva “, a partire dall’anno 2014 e a limitarne l’applicazione ai soli immobili diversi dalla abitazione principale e dalle relative pertinenze. Così, il decreto “Salva Italia” di fine dicembre - diversamente e rispetto al precedente decreto di marzo - non ha fatto altro che anticiparne l’introduzione in via sperimentale a partire dall'anno in corso. Il testo della legge, prevede - viste anche le recenti modifiche apportate al decreto fiscale attualmente in conversione alla Camera - che il pagamento dell’imposta sia suddiviso in due rate, rispettivamente il 16 giugno a titolo di acconto ( con proroga al 18) e il 16 dicembre a conguaglio. L’imposta dovrà essere pagata da tutti coloro che hanno il possesso di beni immobili, ivi comprese l’abitazione principale e le relative pertinenze , le aree fabbricali (compresi gli immobili strumentali o alla cui produzione o scambio è diretta l’attività dell’impresa) ed i fabbricati rurali, per i quali è prevista l’obbligatoria iscrizione al catasto fabbricati. Diversamente, per i fabbricati agricoli il decreto “Salva Italia” prevede l’obbligo di dichiarazione al catasto edilizio urbano entro il 30 novembre dell’anno in corso e il versamento della imposta municipale relativa agli stessi in un’unica soluzione da pagare , questa , entro il 16 dicembre pv. Per gli altri, il termine per la dichiarazione degli immobili posseduti alla data del 1 gennaio, è del 30 luglio. Le recenti modifiche al decreto fiscale - come anticipato sopra - hanno fatto sì che l’acconto del 18 giugno si concretizzerà nel versamento della metà dell’importo ottenuto applicando alla base imponibile (che si calcola con la rendita catastale o domenicale rivalutata e moltiplicata per un coefficiente fisso che varia a seconda della categoria dell’immobile) le aliquote di base; e cioè lo 0,4 per cento per le abitazioni principali e le relative pertinenze; lo 0,76 per le altre abitazioni; lo 0,2 per i fabbricati rurali. Nel frattempo, i Comuni in vista dell’approvazione dei bilanci da chiudere entro il 30 giugno dell’anno in corso, potranno iscrivere nei preventivi le entrare Imu sulla base degli importi con le aliquote così predeterminate. Ed entro il 30 settembre, i Sindaci e i rispettivi Consigli Comunali, sulla base dei primi dati di gettito che inizieranno ad affluire da fine luglio, potranno modulare - in virtù dei risultati parziali - in aumento o in diminuzione le aliquote e le detrazioni da applicare. E questo perché i Comuni hanno la facoltà di variare le aliquote nel limite minimo e massimo rispettivamente dello 0,2 e dello 0,6% per l’abitazione principale e dello 0,46 e 1,06% per tutti gli altri immobili; con possibilità inoltre di scendere allo 0,4% per gli immobili locati e per quelli posseduti dalle persone giuridiche. Ciò comporterà che il cittadino-contribuente, fino a settembre, potrebbe ancora non sapere - conti alla mano - quanto debba realmente pagare di imposta per l’anno in corso. A questa situazione di incertezza, deve poi aggiungersi la facoltà concessa al Governo di ritoccare le aliquote e le detrazioni entro il 10 dicembre: oggi stabilite nella misura di duecento Euro per l’abitazione principale più cinquanta Euro per ogni figlio di età non superiore a ventisei anni; e fino ad un massimo di seicento Euro. Tutto ciò si trasforma in una vera e propria incognita per il contribuente sul quantum di imposta da pagare a saldo, visto anche che il conguaglio di dicembre potrebbe essere appesantito dalle novità che nel frattempo il Comune - da un lato - e il Governo - dall’altro - apporteranno nel corso del mese di settembre e dicembre sul versante delle detrazioni e delle aliquote da applicare. Ragione per cui, la rata di dicembre potrebbe essere molto superiore a quella preventivata al momento dell’acconto di giugno. E questo perché, come anticipato, l’acconto si calcola sulla aliquota di base prevista dalla legge, la quale potrebbe subire adeguamenti in aumento ad opera del Sindaco a partire da settembre, e per iniziativa del Governo sino a dicembre. Riformulando: il contribuente potrebbe trovarsi, in coincidenza del Santo Natale a spendere la propria tredicesima non per i regali e il cenone di Natale ma per mettersi in regola con la nuova imposta sugli immobili. (Spero di sbagliarmi, sic!) Buone notizie invece per per i terreni degli imprenditori agricoli professionali (Iap) e dei coltivatori diretti. Sarà sottoposta a imposizione solo la parte di valore oltre i sei mila euro, e sono previste comunque riduzioni d’imposta dal 70% al 25% fino a trentadue mila euro di imposta. E per i fabbricati, considerati strumentali come le cascine e situati in Comuni a oltre mille metri di altitudine, scompare del tutto l’imposizione. Altre novità potrebbero arriva nei prossimi giorni con la presentazione di emendamenti al decreto fiscale in sede di conversione. Facile immaginare che i Deputati non si limiteranno ad asseverare il testo uscito da palazzo Madama, ma diversamente vorranno dire la loro. In tal senso vanno lette le dichiarazioni fatte al Corriere della Sera del segretario del Pdl, Angelino Alfano, che ha annunciato la volontà di riaprire il capitolo Imu. Per Alfano, infatti ” l’imposta dovrebbe essere una tantum, non riproponibile così come è per l’anno 2013 e, per venire incontro alla famiglie, convenire con il Parlamento che la stessa sia rateizzabile.”

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